Nonostante l’aspetto disordinato, la fitolacca si fa notare soprattutto a fine estate per i suoi grappoli di frutti maturi e in questi giorni d’autunno, quando le foglie cambiano colore.

E’ una pianta erbacea perenne, invasiva, che è stata importata dall’America. La si trova nei campi incolti, ai margini dei boschi, lungo le strade e i corsi d’acqua. Può raggiungere un’altezza di quasi due metri.
I suoi fusti, di colore verde chiaro, assumono col tempo colorazioni rossastre.
Le foglie ovali, col margine ondulato, sono di un verde brillante nella pagina superiore, opaco nella pagina inferiore, dove le nervature sono evidenti.
D’autunno acquistano evidenti sfumature rosse e violacee, spiccando tra i i colori del bosco.

I piccoli fiori bianchi crescono in grappoli eretti.
Si formano poi i frutti che da maturi diventano viola scuro tendente al nero, mentre i piccioli diventano rosso porpora. A questo punto, sotto il peso dei frutticini, i grappoli diventano ricadenti.
Queste bacche mature vengono utilizzate come tintura.
Ma attenzione, anche se alcuni ne consumano i turioni primaverili come asparagi, occorre fare attenzione perché contengono sostanze tossiche che non sempre la cottura riesce ad eliminare.

La fitolacca venne introdotta in Europa dagli USA e dal Canada come pianta decorativa da giardino. Ora ne è vietata la diffusione.
Si riproduce mediante i numerosi semi che vengono dispersi anche dagli uccellini che si cibano delle bacche.
La parte aerea col freddo appassisce e muore, ma in primavera si rigenera.

Sono stata affascinata dalla sua espansione e dai bei grappoli fioriti, per cui le ho fatto un ritratto di grandi dimensioni.
Per copiarla dal vero senza perderne il movimento, l’ho appesa ad una mensola con dei fili. 

Nota: anche se alcuni ne mangiano i turioni primaverili come asparagi, occorre fare attenzione perché la pianta contiene sostanze tossiche.

La pianta è Phytolacca americana, fitolacca, uva turca.

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