Lo spettacolo itinerante allestito da Storie di Piazza ci porta a fare un tuffo nel passato.
Siamo a Miagliano, un paese delle valli biellesi.
Il personaggio che ci accompagna nel percorso è un’operaia tessile che ci racconta un po’ la storia del Lanificio Botto, nato nell’Ottocento come cotonificio.
Le fabbriche sorgevano dove c’era abbondanza d’acqua, indispensabile per la lavorazione, e il nostro percorso si snoda proprio sul comodo sentiero che costeggia la roggia.
Ed eccoci all’osteria del paese, importante punto di ritrovo dell’epoca, dove tra una chiacchiera e l’altra si poteva bere un bicchiere di vino e consumare un semplice pasto. A gestirla, due coniugi spassosamente litigiosi, con una moglie che “manda avanti la baracca” facendosi carico di tutto e un marito un po’ troppo dedito alla bottiglia e… alla giovane cameriera.
Nella drogheria del paese si tramandano antiche tradizioni. Ricette segrete permettono di produrre un digestivo dalle magiche proprietà, liquori e tisane, caramelle balsamiche e per bambini. Vi interessano le ricette? Forse ve le diranno…o forse no. Perché i segreti vanno mantenuti, soprattutto se hanno origini fatate.
Chi vuole comprare i “salami Cerutti, i più buoni di tutti”? A venderli sono suocera e nuora, sempre pronte a battibeccare e a contendersi la “proprietà” del Leandro, figlio dell’una e marito dell’altra. Ma compatte a difendere la bontà del prodotto, ottenuto da maiali che allevano con amore, dando addirittura loro i nomi dei familiari.
Chi si occupa dell’affilatura delle lame è l’arrotino, abile artigiano e simpatico donnaiolo, che nel raccontare la propria vita ci fa riflettere sulla sua esperienza di orfano e di soldato. Un velo di tristezza presto superato da qualche sorriso. Ma tanto basta per ricordare che quell’epoca, per la quale potremmo provare una certa nostalgia, non era priva di guerre e povertà, di difficoltà quotidiane.
Altre scene si susseguono con personaggi esilaranti, dal venditore di stoffe, alla sartina, al venditore di acciughe… E poi c’è la produttrice di tome della valle Elvo, impegnata a tenere sotto controllo la nipote esuberante cresciuta nel Veneto e mandata da lei perché era un po’ troppo ammirata dai “mosconi”.
E viene il momento delle artiste di strada, musiciste e cantanti che girano di paese in paese portando la loro arte per guadagnare qualche spicciolo e aiutare la famiglia. Spesso mal considerate, perché libere e girovaghe, hanno invece alle spalle storie di stenti e rinunce. Ma che belle canzoni ci donano, coinvolgendo poi nel ballo gli altri personaggi.
Un graditissimo accompagnamento musicale ha dato ulteriore enfasi alle scene.
Grazie a Storie di Piazza per il graditissimo pomeriggio trascorso insieme, tra passato e presente, buona recita, bella musica e incantevole natura.
Per altri spettacoli: www.storiedipiazza.it