Osservo dalla finestra del soggiorno il prato gelato. C’era nebbia ieri sera, e poi, nella notte, è sceso il gelo. Non è facile uscire, ma la brina ha da sempre per me un fascino irresistibile. Lascio la casa calda ed accogliente per inoltrarmi in quel principio di bosco ancora in ombra, dove nonostante il sole cominci ad alzarsi nel cielo, il suo calore ancora non arriva.
C’è molta vita nel prato, nonostante si pensi che d’inverno tutto dorma. Ci sono fili d’erba verdi, la veronica ha già pronti i boccioli, e chissà quanto lavoro si sta svolgendo sotto terra! Certamente le bulbose a fioritura precoce si stanno preparando. Il loro ciclo riproduttivo dovrà svolgersi in tutta fretta, prima che gli alberi mettano le foglie.
A cosa serve tutto questo gelo? A dirlo con le fate, è una festa, un addobbo prezioso che sottolinea forme e profili. Non sentono il gelo le fate dal corpo etereo, ma percepiscono la felicità di un gioco sottile e luminoso.
Entriamo in risonanza con queste vibrazioni, percepiamone l’incredibile bellezza e la precisione geometrica delle forme.
Sentiamoci amati dall’armonia e dalla ricchezza della natura in tutte le sue forme. Oggi ci godiamo i tesori del gelo, tra poco avremo la ricchezza delle fioriture, poi arriverà il tempo dei frutti.