Sono nata ai piedi delle Alpi Biellesi, e qui ancora vivo. Forse la cicogna che mi ha portata, viaggiando in una fredda notte di un inverno di molti anni fa, ha ancora il ricordo delle cime e delle vallate che ha sorvolato. Mi è così familiare il profilo di queste montagne! Le passioni per l’escursionismo, e per un certo tempo per l’alpinismo e l’arrampicata, mi hanno portata a percorrere sentieri e dirupi fino a raggiungere tutte le vette biellesi e non solo.
Ho cominciato a sedici anni circa, e ritengo che sia stata una grande esperienza formativa: imparare a dosare le energie, a concentrarmi quando mancavano le forze ma volevo conquistare la vetta o c’era la necessità di raggiungere un colle da cui sarebbe poi iniziata la discesa. Quante volte chi guidava la cordata ci rincuorava, dicendoci che la meta era appena lì, che mancava ancora poco. Anche se non era proprio così! E ricordo che si cercava a volte di recuperare le energie con un pezzetto di cioccolata o con qualche prugna secca il cui nocciolo veniva tenuto in bocca a lungo (non era ancora venuto il tempo delle barrette energetiche!).
Un passo dopo l’altro, ascoltando il respiro, il battito del cuore, lasciate a valle le preoccupazioni per le interrogazioni e i compiti in classe, passo dopo passo trovavo in me stessa la capacità di resistere, di adattarmi a situazioni non sempre confortevoli, di dosare le energie e di lasciare andare i pensieri che non servivano in quei momenti.
E, raggiunta la vetta, ero ampiamente ricompensata di tutti gli sforzi con l’immensa gratitudine che sentivo per avercela fatta, per poter godere dell’immensità di certi panorami a 360 gradi, cose inimmaginabili stando a valle.
E’ proprio in quelle giornate che è nata la mia passione per i fiori, gli alberi, la fauna, la natura tutta. Rimanevo estasiata di fronte alla flora alpina, così piccola ed immensamente grande nella sua capacità di resistere ad un clima difficile. Allo stesso modo ho imparato ad ammirare camosci e stambecchi che vedevo muoversi con un’agilità sorprendente tra i dirupi e altri animali perfettamente adattati.
E’ meraviglioso l’ambiente alpino. Quando torno a casa dopo un viaggio, quando dalla pianura comincio a distinguere il profilo noto delle montagne, mi sento a casa. Su tutti, dalle pianure vercellesi emerge il profilo del Monte Rosa. Vedo come si sono ridotti i suoi ghiacciai, eppure ne colgo la costante maestosità.
Da casa, lo sguardo contempla una delle mie montagne preferite, il Monte Barone di Coggiola: ho raggiunto la sua vetta diverse volte, d’estate come d’inverno, quando era ricoperto di neve e di ghiaccio. Ora non succede quasi più che nevichi così tanto. Ma lo osservo e mi sento protetta, prima o poi ci tornerò, lassù.
Per conoscere alcuni fiori di montagna: Così vicini al cielo genziane soldanella
Che bello!!!! Ciao