Ci sono fiori che risvegliano in noi fantasie e sensazioni speciali. Per me, uno di questi è la digitale. Quando la vidi in piena fioritura per la prima volta, anni fa, ricordo di essere rimasta affascinata dall’abbondanza della sua fioritura. La forma dei suoi fiori, piccoli imbuti, mi ricordava quella di un cappellini. E cercando sui libri, lessi che venivano chiamati, appunto, “cappellini delle fate”. Ne feci un grande dipinto, in cui raffiguravo alcuni steli fioriferi ai quali si intrecciavano evanescenti voli di fate.
L’anno scorso, avendo finalmente uno spazio a disposizione in cui farle crescere, riuscii a gettare moltissimi semi avuti da un’amica. Non mi restava da aspettare.
Il primo anno si forma una rosetta basale di grosse foglie pelose, ma non vengono prodotti fiori. Per tutto l’inverno, di tanto in tanto, andavo a controllare che le piante stessero bene, che non soffrissero eccessivamente il freddo e la siccità durata per diversi mesi. Nelle giornate più tiepide le innaffiavo un po’.
Con l’arrivo della primavera, nelle foglie ha cominciato a scorrere nuova linfa, ne sono nate altre, e finalmente hanno cominciato a formarsi gli steli con i boccioli.
Mi sono goduta con grande piacere il momento della piena fioritura. Ogni giorno si aprivano nuovi fiori. Ora quelli più in basso sono appassiti e si stanno formando i frutticini. Tra un po’, a maturazione avvenuta, lasceranno cadere i numerosissimi, minuscoli, scuri semi che già entro la fine dell’estate, clima permettendo, daranno vita a nuove piantine.
Attenzione, però: la digitale dalla così bella fioritura è una pianta tossica. Meglio non toccarla!