Ritorno a scrivere di quell’entroterra ligure che vado via via scoprendo e al quale mi sto affezionando. È questa la volta di Bussana Vecchia, frazione di Sanremo, e di Taggia.
Bussana Vecchia è un’antica frazione di Sanremo, poco fortunata nella sua storia.
Sita su una collina alle spalle della più nota cittadina, fu distrutta da un violento terremoto alla fine dell’Ottocento.
Venne quindi abbandonata con le sue rovine fino a quando, a partire dagli anni Cinquanta, venne riscoperta da un gruppo di artisti, artigiani e pensatori che cominciarono a ristrutturare le antiche case attorno al castello e a trasformarle nelle loro case e nei loro ateliers.
Oggi le macerie sono scomparse, le pareti delle case semidistrutte sono state messe in sicurezza ed in gran parte affrescate, gli edifici recuperati.
La presenza di numerosi studi d’arte dona nuova vita alle antiche pietre; passeggiando tra le case si percepisce un’energia nova, creativa.
Numerose botteghe nelle quali è possibile acquistare tipici prodotti alimentari e di artigianato locale offrono ulteriori stimoli.
Gli artisti abitano qui, per cui è possibile incontrarli nei loro studi, nei caffè, per strada, e scambiare con loro due piacevoli chiacchiere.
Ad ogni passo l’attenzione viene catturata dal panorama sulla vallata, da un edificio particolare, da un dipinto, da una vetrina caratteristica.
Non mancano anche rustiche trattorie che immagino frequentatissime nella stagione calda, visti i bei déhors tra le piante, i tavolini disposti strategicamente in posizioni panoramiche, ombreggiati da alberi e piante rampicanti.
L’edificio che più mi ha colpita è la Chiesa di Sant’Egidio, costruita nel Seicento in stile barocco su un edificio preesistente, una chiesa medioevale.
Privata del tetto e della parte superiore delle pareti, si erge ancora nella sua grandezza. È possibile ammirare solo dall’esterno l’ampia navata sulla quale si affacciano le cappelle laterali.
Per pavimento ci sono le erbe, per soffitto il cielo. Dietro l’abside svetta il campanile, ancora in piedi nonostante sia in parte danneggiato. Rimane, nonostante la rovina, un senso di sacro, di unione tra la Terra e il Cielo.
Una nota particolare è data dai cartelli che avvisano di non portare via i gatti. “Ogni gatto di Bussana ha la sua famiglia che lo ama e lo tratta bene”, si legge. Chissà, forse ne hanno rapiti alcuni. Può darsi che qualcuno, vedendo un gatto aggirarsi per questi vicoli, abbia pensato che fosse abbandonato e bisognoso di adozione. Ebbene, non è così. Sono gatti fortunati questi, liberi di aggirarsi per il paese senza il pericolo delle automobili, che qui non possono circolare.
Quindi visitate Bussana, ne sarete affascinati, ma lasciate i gatti alle loro famiglie!
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Un altro dei paesi dell’Entroterra ligure di Ponente che merita una visita è Taggia. È sicuramente più nota la sua frazione marinara, Arma di Taggia, meta turistica ambita per il suo lungo litorale sabbioso, le sue belle spiagge attrezzate e il suo grazioso porto turistico.
Ma torniamo a Taggia. La prima costruzione che si può ammirare è il Ponte Antico, di origine medioevale, costruito nel 1200.
Si compone di ben quindici arcate. Costruito per attraversare il torrente Argentina, fu allungato nel ‘600 in seguito alla modifica del corso d’acqua.
Lungo il ponte si trovano delle panchine in pietra sulle quali è possibile sostare per ammirare il paesaggio a monte e a valle. Ci sono anche due edicole votive, molto care agli abitanti del paese, purtroppo oltraggiate da alcune scritte poco edificanti.
Poco oltre il ponte, sulla via per Badalucco, sorge la chiesa di Nostra Signora del Canneto. Fu costruita su due livelli, a più riprese, a partire dal XII secolo. Su quello sottostante c’era la chiesa di Sant’Anna.
L’interno, pesantemente danneggiato, necessiterebbe di grandi lavori di restauro. L’esterno, con la facciata semplice, il campanile romanico e l’abside in pietra e mattoni con decorazioni ad archetti, è suggestivo.
Ci si addentra poi nella parte più antica del paese, percorsa da caratteristiche vie di ciottoli e lastre di pietra affiancate da portici ad archi.
Le case si appoggiano le une alle altre occupando tutto lo spazio lungo le vie tortuose. Non sono rimasti spazi per un giardino, ma ogni casa ha accanto alla porta d’entrata, sugli scalini o appesi alle pareti dei vasi di terracotta in cui vivono piante che non hanno bisogno di molto sole per vivere. È il regno delle aspidistre, dell’albero di giada, del clorofito, delle succulente.
In una piazzetta si può ammirare la fontana del brakì delle Confraternite, costruita nel 1462. Barchile, in dialetto brakì, è il nome che in Liguria viene dato alle fontane per la forma della vasca, simile ad una barca, che le contiene. Questa è semplice, formata da una vasca poligonale con pila centrale, come tante della zona, senza particolari decorazioni. Alcune parti sono state ricostruite nei secoli scorsi per contenere l’usura del tempo.
Ce ne sono tante di fontane sparse per il paese, ma a questa un vaso di bergenie in fiore e la parete rosata, un po’ stinta, della casa che fa da sfondo, donano un fascino romantico.
Con un po’ più di tempo a disposizione, si possono scoprire altre ricchezze del paese. Ricordiamo che proprio da qui si diffuse la coltivazione delle olive della varietà “taggiasca“.
Continua il viaggio nell’entroterra ligure di ponente… Dolceacqua, Apricale, Seborga