Ti svegli un mattino e vedi che i rami degli alberi e dei cespugli sono ricoperti di bianchi cristalli. E’ arrivato il gelo, silenzioso. Anche i prati sono bianchi, il ghiaccio avvolge ogni fogliolina, ogni filo d’erba, ogni rametto, la terra, i sassolini. Nessun insetto osa sfidare l’aria. Gli uccellini arruffano le piume per trattenere meglio il calore del loro corpicino e non cantano più.
In questi ultimi inverni non sono tante le giornate così fredde, e quando capitano ci sembrano ancora più gelide.
Ricordo i tempi in cui andavo a scuola, prima in pullman e più tardi in treno, quando uscivo di casa all’alba ed era ancora buio. Non si usavano ancora i piumini e, stretti nei nostri cappotti di lana, io e i miei compagni battevamo i piedi e i denti. Il termometro scendeva parecchio sotto lo zero e berretti, sciarpe e guanti non bastavano mai a scaldarci.
Eppure serve anche questo gelo, alle nostre latitudini. Come recita un vecchio proverbio: “Sotto la neve pane, sotto la pioggia fame”.
A scuola da piccoli ci raccontavano la storia del chicco di grano che dormiva protetto sotto la neve, prima del risveglio primaverile, della crescita delle piantine e delle preziose spighe. Ora queste storielle non si raccontano più.
Mi viene in mente la leggenda della merla, che dà il nome a questi giorni, e che spiega perché i merli sono neri.
Mi piacciono le leggende che danno risposte a certi perché in modo fantasioso, quasi sempre lontano da spiegazioni logiche. Quale merla deporrebbe le uova così da far nascere i piccoli nella stagione fredda? E come si può spiegare che una famiglia di merli bianchi sporca di fuliggine possa dare origine per sempre a dei piccoli tutti neri?
Che dire, se vogliamo spiegazioni precise consultiamo libri di scienze. Lasciamo che le leggende ci portino in quel limbo fantastico dove possiamo sognare. E’ bello per i bambini immaginare una famigliola che ha tanto freddo, ma che riesce a trovare un riparo, meglio ancora se ascoltano la storia da mamma o papà al calduccio nel letto o sul divano, ben avvolti in una calda copertina.
Ho riscritto la leggenda per i bambini, in stampatello a caratteri grandi, e allego qui il testo in formato pdf da stampare, lasciando spazio per i disegni che si vorranno fare. Buon divertimento!