Dolci grappoli dagli acini succosi pendono dai tralci. Le foglie prima verdi cominciano a tingersi di giallo e di rosso. E’ tempo di vendemmia e sono felice di poter partecipare a quest’evento. Ci sono vendemmie che durano settimane e impegnano molte persone, in quelle aziende che hanno ettari ed ettari di vigneti, come quella che ho visitato circa un anno fa (vedi Tempo di vendemmia).
Poi ci sono quelle che durano una giornata o poco più, su vigneti a conduzione familiare, come questa alla quale ho avuto la fortuna di partecipare. Hanno l’impronta dei nonni che li hanno impiantati, con varietà diverse, dal nebbiolo al soave, dalla spanna all’erbaluce. Si mescolano grappoli di uva nera a grappoli dorati, pampini grandi e foglie più piccole, qualche vite florida e qualche altra un po’ più debole.
Eppure, in questa luce d’autunno a tratti dorata e in parte avvolta nella nebbia, si ripete quel rito nato nella notte dei tempi della raccolta dell’uva che porta con sé tutta la sua magia.
Partecipa tutta la famiglia, più qualche amico e qualche altro parente, come si faceva un tempo. Quello che è lavoro passa in secondo piano, tra due chiacchiere e una canzone, magari un po’ stonata ma fa lo stesso, e predomina il divertimento.
Ho provato la soddisfazione di vedere i cestini che si riempiono, uno dopo l’altro, e restano lì in attesa di venire caricati e portati nella cantina per la pigiatura.
E mentre alcuni raccolgono in vigna, qualcuno lavora in cucina per preparare i manicaretti. Si pranza tutti insieme, perché è un momento di gioia e occorre festeggiare, sorseggiando proprio un po’ di quel vino prodotto l’anno prima.
Alla sera, quando tutto rientra nel silenzio, si fanno due passi tra quei filari spogliati del loro prezioso dono. E il silenzio sembra ancora più grande. Quanto lavoro c’è dietro questo momento… la vite va curata, amata. Non è solo lavoro, è passione. C’è la potatura, la pulizia dei filari, la cura delle malattie, la ricerca dei trattamenti il più possibile naturali, la preoccupazione per le gelate tardive o le grandinate estive…
Sono ore rubate al riposo, spesso di sera, quando si è già stanchi per il lavoro di tutta la giornata, o la domenica quando si vorrebbe rilassarsi in famiglia. Perché il più delle volte il lavoro quotidiano è un altro, e porta via quasi tutta la giornata. E il nonno o il papà, che passavano le giornate a pulire, potare, legare, non ci sono più.
O ci sono forse ancora, in quella brezza che fa ondeggiare i pampini…
Grande Daniela, come sempre hai “centrato l’obbiettivo e messo a fuoco il momento della vendemmia”. Oltre che attenta osservatrice hai la delicatezza e la sensibilità della poetessa. Grazie per la tua amicizia.
Grazie Domenico, è stata una bella esperienza. Non si può non essere poetici davanti ai doni della natura!