Chi posa i suoi passi sulle montagne biellesi conosce bene le loro nebbie. Si parte presto la mattina, col cielo terso e ci si trova già a metà mattinata persi tra le brume.
Arriva silenziosa la nebbia, sale dal basso e ti avvolge piano piano. Spariscono i paesi e la città che prima si ammiravano dall’alto, poi a poco a poco spariscono anche le cime.
Se si supera la delusione di non poter ammirare il paesaggio, si riesce ad apprezzare l’atmosfera magica che si respira. Tutto intorno è silenzio. I passi procedono sicuri solo perché si conoscono i sentieri ben tracciati.
A volte ricompare una cima, sembra nascere dal nulla, sollevata nell’aria.
E poi ci sono i laghetti, piccoli, anch’essi parzialmente nascosti dal velo della nebbia. Nell’acqua limpida si vedono nuotare girini e pesciolini. Sulle sponde, tra l’erba spuntano i bei piumini bianchi in fiore.
Si respirano atmosfere nordiche, per l’umidità, i colori, il silenzio interrotto solo dall’eco di qualche campanaccio: un po’ più a valle pascolano le mucche.
Ebbene, che dire, a volte nelle giornate troppo calde ed afose cerco rifugio e refrigerio nelle mie montagne; mi piace dover indossare una felpa quando mi fermo, sudata, per una sosta, o dovermi riparare dall’aria contro il muro di pietra di una baita. E ritardo il momento di rituffarmi nei trenta gradi all’ombra della pianura!