Sono tornata alle Salvine, uno degli alpeggi più belli del Biellese: pascoli estesi, tra la terra e il cielo, dove cresce l’erba più verde che c’è. Sarà che siamo nel pieno della primavera, sarà che c’è stata neve abbondante in inverno, più degli ultimi anni, e qualche pioggia è caduta in questi mesi, ma davvero, è proprio verde quest’erba.
Ero salita curiosa di vedere la fioritura dei narcisi. Qui non è proprio abbondante, forse è sulla Muanda di Oropa che i prati sono così bianchi di fiori che da lontano sembra che sia nevicato.
Si sente comunque il loro profumo, ce ne sono diversi, insieme alla genziane e alla bistorta.
Ma quello che più ha toccato le corde del mio sentire, oltre al verde di cui parlavo, sono state quelle nuvole grigie, basse, non così piene da portare pioggia, ma abbastanza da nascondere il sole se non per alcuni sprazzi.
Un tempo il Biellese riceveva acqua così in abbondanza da rendercela insopportabile, in particolare in primavera, quando sognavamo una bella stagione che sembrava non arrivare mai, e poi in autunno, quando dopo un’estate troppo breve non eravamo ancora pronti ad affrontare il freddo e l’umidità.
Ora, ormai da anni, non è più così, l’erba ingiallisce nei prati, gli orti vanno continuamente innaffiati, anche gli alberi dei boschi stanno soffrendo.
Un giorno di pioggia per me, sempre un po’ controcorrente, è una giornata di relax, di raccoglimento, di dolce sentire un po’ malinconico. E quel pomeriggio alle Salvine, camminando con gli amici, con le montagne un po’ nascoste, mi ha ricordato le camminate di molti anni fa. Avevamo degli amici pastori che passavano l’estate negli alpeggi e più di una volta mi è capitato di andare a trovarli e di fermarmi a pranzo da loro, cose semplici, un po’ di polenta, una fetta di formaggio dell’alpe, un bicchiere di vino che avevamo portato. E il fuoco nel camino, e il cane fuori a fare la guardia alle mucche. Si partiva col sole di una splendida giornata e si finiva tra le nuvole basse del mezzogiorno che non si diradavano fino a sera.
Ma c’era così tanta semplicità, così tanta serenità!
Ho trovato un pastore, l’altro giorno, abbiamo scambiato due parole. “Si sta bene qui”, gli dico.
“Certo, adesso sto raccogliendo il fieno. Ma non c’è nessuno a farmi compagnia, sono andati tutti via. Vuole fermarsi lei?”.
Una battuta, una risata, poi il sentiero mi chiama.
Questi luoghi sono stati quasi del tutto abbandonati, solo pochi resistono.
Le nostre comodità ci chiamano, ma la serenità, quella l’abbiamo conservata?
Il percorso dal Tracciolino di Graglia alle Salvine e poi al piccolo paese di Bagneri è stato organizzato dal gruppo di nordic walking “Cambiopasso” di Biella, affiliata Uisp.
Cara Daniela, con questi tuoi racconti e queste immagini riesci a trasportarmi in un ambiente che mi è famigliare, per un certo periodo ho avuto una casa in montagna e ho trascorso momenti indimenticabili a contatto con la natura e l’ambiente montano, senza le comodità, o i “vizi” che abbiamo sempre qui a portata di mano, sicuramente, il fisico e sopratutto mente e spirito ne giovavano. La tra i boschi non esistevano strade, non c’era la coerente elettrica e tutte le comodità ad essa collegate, lanterna a carburo torce a pile e una radiolina,- L’acqua corrente presa da una sorgente niente inquinamento ne da rumore ne da luce, la notte era notte e il silenzio era rotto solamente da elementi naturali. Per rendere l’idea pubblico un mio testo un po nostalgico . Grazie per avermi riportato in montagna.
Addio casa di montagna
In tutti questi anni non ti ho mai guardata così, non lo eri e ti ho considerata mia, davo per scontato quanto in realtà non era. Con te e per te ho sudato gioito, ti ho amata e detestata, ho avuto in te momenti felici e tristi. Tra le tue mura sono stato coni miei famigliari e con i miei amici, mi sono riscaldato e rinfrescato, ho riso e forse anche pianto, ho giocato cantato lavorato fatto l’amore. A volte ti ho coccolata accarezzata mentre cercavo di farti più bella, e ora ti devo lasciare, capita così nella vita vero? Ci sono periodi in cui vuoi bene a tutti, così ami lasci che il tuo amore sia dono e io ho donato la mia parte di te alla persona a me più cara, poi,… un nuovo giorno, un nuovo mondo, nuove situazioni, emozioni sentimenti e tu all’improvviso, o forse non tanto, non sei più mia, e io qui a viverti ora che è troppo tardi. Non servono a nulla nella vita i rimpianti, ma sono in noi purtroppo, vivi. Ecco ora mi scuoto, entro in te ti spoglio cercando di riprendermi la parte di me, quello che so di non poter mai più avere, non sono le misere cose che mi porterò via, ma quelle che restano, appese ai muri dentro di loro dentro di te, le voci, le emozioni i sentimenti, questa parte di me è tua ti appartiene, come io ti sono appartenuto e ti ho amata. Si cambia nella vita, perdonami non sentirti tradita, non lo sei, resterai per me il riparo che ho avuto dal freddo e dalla pioggia e dal sole, la frescura goduta all’ombra dei tuoi alberi, il cielo stellato visto nelle notti d’estate stando nel cortile ai tuoi piedi, il rumore del Chiusella la in fondo che accompagnava le nostre ore, il lesto sgambettare dei ghiri, nel silenzio delle notti sui soffitti e tra i tuoi muri, l’erba tagliata, la frutta raccolta, le pietre spostate, i muri imbiancati, le ore passate in te con te. Non voglio rimpianti, ma è così. Ti guardo e piango, guardo in me e piango, guardo lontano e … , domani arriverà, sarà un nuovo giorno, chissà. Mi sforzo abbozzo un sorriso ti saluto e scaccio i rimpianti casa mia addio.
Dom 18 luglio 2004
Grazie Domenico per aver condiviso ricordi e sensazioni così intime, l’apprezzo molto!
Ciao Daniela,
Belle le tue storie ricche di calore,ricordi indelebili ed emozioni uniche.mi piacerebbe visitare quei luoghi abbandonati un tempo ricchi di cose semplici,di gioia e di speranze…luoghi felici di una volta pieni di valori,tradizioni, solidarietà , umanità e semplicità…bastava poco…un focolare acceso e la vita intorno…complimenti!!!un saluto da chi apprezza i tuoi articoli …il tempo andato pieno di storie e di ricordi farà sempre parte del ns.presente.Rosella
Grazie Rosella per le tue parole che scaldano il cuore. Mi piacciono le cose semplici, autentiche, e quando ho la fortuna di viverle mi piace condividerle. Spero che i miei racconti offrano un momento di serenità a chi legge.
Nelle nostre montagne, anche se in parte abbandonate, ci sono ancora villaggi in cui le tradizioni vengono mantenute e rinnovate. E, cosa ancor più bella, ci sono ragazzi che scelgono di vivere lassù una vita a contatto con la natura, riuscendo anche ad organizzare attività produttive.