E’ stato il gatto a scovarla, su un mucchio di terra rimasto dove c’era una vecchia catasta di legna tolta qualche giorno fa. Si tratta di quella che comunemente chiamiamo mirauda o biacco, della famiglia dei Colubridi. E’ nera sul dorso, con delle striature reticolari gialle, mentre la parte inferiore è chiara. Può superare il metro di lunghezza. E’ molto agile: sono stata conquistata dalla velocità e dalla sinuosità dei suoi movimenti. Il gatto le si parava costantemente davanti impedendole una via di fuga, e lei alzava il capo e soffiava forte dalle narici, con la bocca spalancata. Ha perfino tentato di morsicarlo, per fortuna ha afferrato solo il suo lungo pelo; non gli avrebbe comunque fatto del male, con la bocca piccola e i dentini appena accennati. Lui non sembrava spaventato, forse non era il suo primo incontro del genere.
Poi con uno scatto veloce il serpentello si è arrampicato su un alberello e da lì si è nascosto tra rovi ed altri arbusti, sparendo alla vista. Il gatto l’ha seguita fin sul nespolo, col suo fiuto l’avrebbe sicuramente rintracciata, ma è stato distratto dai nostri richiami e lei ha avuto così il tempo di fuggire. Non avrei voluto che le facesse del male, dopo essersi divertito a farla arrabbiare.
Per quanto alcuni di noi detestino le serpi o ne siano spaventati, sollecito a non fare loro del male; le miraude sono innocue ed hanno la loro utilità in natura. Purtroppo, capita anche di trovarne schiacciate dalle auto sulle strade di campagna.
Le miraude si cibano anche di vipere, e vi sembra poco? Sfogliando per caso la pagina fb di “Montagne della Valsesia” ho visto un post del 19 agosto di Dori Vari con questa foto, scattata nei dintorni di Pray:
Si nota che la mirauda ha una ferita sul dorso, probabilmente un morso, ma tiene saldamente la vittima tra le sue spire e se ne sta nutrendo.
Nei miei ricordi di bambina ci sono i racconti di miraude lunghe due metri, grosse come un braccio, che si alzavano appoggiandosi solo sulla parte finale del corpo e poi frustavano i malcapitati. Credo che si trattasse solo di leggende per spaventare noi bambini!
Sono invece contenta di averne vista una vicino a casa mia: mi piace sapere che c’è vita nel bosco, sotto diverse forme, e che tutte, se glielo permettiamo, possono coesistere in armonia.
Aggiungo un piccolo video del gioco, finito bene, tra il gatto e la mirauda: