Ha il fascino tipico delle “città d’acqua”, con i palazzi che si rispecchiano nei canali, con i numerosi ponti che li attraversano; ad ogni angolo, scorci simili eppure diversi, con i colori sbiaditi dal sole e dall’umidità. Ci sono stata diverse volte, fin da ragazzina, ed ho dei ricordi dei tempi in cui il turismo non aveva ancora raggiunto i numeri impressionanti degli ultimi anni. C’era gente, certo, ma si poteva ancora girare con calma per le calli osservando i meravigliosi palazzi, fare un romantico giro in gondola nei canali tranquilli, pranzare in una delle semplici osterie a conduzione familiare dove tutto era buono, godere della fiorita parlata veneziana.
Mi piaceva Venezia per i suoi capolavori ma anche per la sua semplicità, con i bambini che giocavano nelle piazzette, con gli artigiani che creavano a mano le enigmatiche maschere tipiche. Mi piaceva anche d’inverno, avvolta nella nebbia che ne accresceva il fascino e il mistero.
Fare un giro nelle piccole isole di Murano, culla del vetro soffiato, o di Burano, con le sue merlettaie, era fare un tuffo nel passato. Purtroppo ho solo poche fotografie di quei viaggi, ormai scolorite dal tempo.
Ricordo anche un carnevale al quale avevamo partecipato tra amici, arrivandoci in treno, indossando costumi fatti in casa di raso e tulle, così piccola cosa a confronto dei meravigliosi costumi delle maschere veneziane, alte sui trampoli, così ricche, così luminose, così misteriose se non addirittura inquietanti… Ma era prima delle feste a tema con costume obbligatorio, delle entrate a pagamento, prima del rischio di attentati… In quale mondo meraviglioso abbiamo vissuto!
Ci sono tornata pochi anni fa e l’ho trovata invivibile. Troppa gente, troppo chiasso, troppo movimento nei canali, tra vaporetti, battelli, motoscafi, troppo affollati i locali, troppo caro tutto. Difficile riuscire ad osservare i palazzi, quasi impossibile avvicinarsi al ponte di Rialto. Oltre la piazza centrale, un decadimento mai visto, e puzza di marcio mista a odore di cibo fritto.
Dicono che Venezia stia morendo. Il livello del mare si sta innalzando, poco poco per volta, ma in modo significativo per la città che rischia di essere sommersa. L’acqua alta dell’autunno scorso, arrivata ad un livello mai raggiunto prima, ha aggiunto altri danni ai monumenti, senza che si riesca a trovare un accordo per realizzare opere che la proteggano. Ma anche il turismo senza regole fa i suoi danni. Non ho mai capito (o forse sì, ma non si dice…) perché nessuno abbia mai impedito alle grandi navi da crociera di attraccare, pur consapevoli degli immensi danni che procurano.
Adesso che tutto è fermo, nei canali le acque sono tornate limpide e si vedono i fondali, i cigni e le papere nuotano pigramente in compagnia di pesci che non c’erano più da anni. Nella baia si sono avvistati i delfini. I palazzi e le chiese si riflettono in un mare di un incredibile blu. Probabilmente si sente il buon odore di salsedine e tutto è avvolto nel silenzio. L’uomo è stato messo da parte e la natura sta riprendendo i suoi spazi. Come mi piacerebbe poterci andare anche solo per un breve giro, per ammirarla in tutto il suo splendore, prima che venga di nuovo presa d’assalto dai turisti. E fare un giro in gondola nei canali deserti, perché la gondola, spinta dai remi, non inquina e non fa rumore. E il gondoliere, si sa, canta vecchie canzoni…
Come hai ragione Daniela! Venezia come tanti altri spazi da noi colonizzati e sfruttai oltremodo sta in questi giorni ritornando un poco a “vivere” di sua naturale bellezza senza l’oppressione del turismo/capitalistico ad ogni costo.
Le navi da crocea come i prezzi di qualsiasi genere, alimentare e non, alle stelle, e tutto quello che non è Venezia sono il risultato di una società malata come la stiamo vivendo noi, vale a dire il profitto ad ogni costo, del resto ora stiamo combattendo tra il lavoro l’industria del dio denaro e la salute del popolo, non nego che la correlazione sia più profonda e intrinseca. la salute è anche la vita intesa come il potersi garantire una vita degna nel senso lato della parola vivere nutrirsi a e avere un tetto e almeno un minimo di dignità. Grazie per la tua sensibilità e attenzione nel proporre argomenti utili .
Perfettamente d’accordo. Chissà se riusciremo ad avere un turismo (e non solo) più rispettoso dell’ambiente …
Sai Daniela a cosa penso; Oggi fase 2 telegiornale,… ” a Torino si sente di nuovo il rumore del traffico, … Questa notizia mi è servita per una immediata riflessione, Non tutto il male viene per nuocere! Chi ama la pace la quiete e la normalità, in questo periodo di sospensione di tante attività avrà respirato sicuramente un’atmosfera più affine al suo essere. Da oggi e più avanti verso la nostra “normalità” si tornerà a soffocare a inquinare in ogni modo, non solo particelle nell’atmosfera, ma anche luci rumori ecc, .. La mia riflessione era; rimpiangeremo questi mesi? io penso che per certi versi sarà così perché il tanto sbandierato imparare dall’emergenza , resterà un ricordo di quei bei propositi che tutti quanti facciamo e subito ci scordiamo. Il consumismo e il profitto ad ogni costo torneranno ad imperare sotto il motto Si deve crescere, si crescere verso cosa.!
Tra tutte le cose che ci sono mancate in questi due mesi non ci sono certo il traffico, il rumore, le code, lo stress…. Pare però che la tranquillità, il rispetto per la natura, il silenzio non vadano d’accordo con le esigenze della produzione e del consumismo. Da una parte si spera che tutto torni come prima per avere una ripresa economica, dall’altra concordo con te, questo periodo ci ha offerto l’occasione di fare una riflessione tra quello che è necessario e quello che è superfluo, di ascoltarsi, di ritrovarci con noi stessi, di riscoprire piccole cose importanti che si erano dimenticate. Ne usciremo diversi? Credo di sì, ciascuno a modo suo