Conosci la Baraggia, l’ultimo lembo di terra incolto tra la pianura e le colline biellesi? E’ un altipiano selvaggio e suggestivo che si estende tra i comuni di Cossato, Candelo, Mottalciata, Benna, ed è Riserva naturale dal 1992.
Si tratta di un ampio altipiano coperto in modo esteso dalla molinia, un’erba molto alta che in autunno si colora di oro, dando appunto l’aspetto di una savana. Qua e là spuntano ciuffi di brugo (calluna vulgaris) che d’estate si copre di mille fiorellini rosa. Si possono trovare anche cespugli di giunco.
Tra gli alberi, spiccano macchie di castagni, querce, betulle, carpini. Grandi alberi isolati, alcuni dei quali purtroppo morti, stagliano i loro rami secchi verso il cielo in questi giorni d’inverno, assumendo un aspetto quasi spettrale.
In tempi lontani, probabilmente il territorio era completamente coperto da boschi, ma poi massicci disboscamenti per cause militari o per ottenere ampi pascoli e il successivo dilavamento hanno portato a questo suolo così impoverito.
Il terreno è argilloso, poco fertile. Quando piove si allaga e si forma un fango appiccicoso che si incolla alle scarpe, poi si asciuga senza lasciar filtrare l’acqua negli strati inferiori.
Verso il torrente Cervo ci sono alte e ripide scarpate alle quali è pericoloso avvicinarsi, ma da lassù lo sguardo spazia libero ad abbracciare la fascia collinare biellese con i suoi bei paesi, fino alle Prealpi, delle quali spicca l’elegante profilo del Monte Barone di Coggiola.
Viste dal basso, le formazioni calanchiformi scavate dall’acqua evidenziano strati di sabbie e argille di diversi colori.
Come non pensare agli spettacolari canyon del Cervo che si trovano più a valle lungo il corso del torrente, nel territorio di Castelletto Cervo?
Veduta dall’altipiano verso il Cossatese e più oltre verso il Monte Barone di Coggiola
Non è raro incontrare pastori con le loro greggi durante l’inverno, prima di proseguire per il loro percorso verso le montagne dove troveranno sostentamento durante tutta l’estate. Forse sono passati da poco, sui tronchi delle betulle sono rimasti ciuffi di candida lana.
Parte della baraggia è stata destinata alle esercitazioni militari. Ricordo che a volte da ragazza sentivo nella notte lo scoppio di bombe e le mitragliate, presumo a salve, e ricordo quanto mi inquietassero.
Ci sono diverse piste ben tracciate che permettono di percorrerla agevolmente, con poco dislivello. E dopo una bella camminata, sulla via del ritorno, con lo sguardo si abbraccia il profilo delle belle Prealpi Biellesi, per fortuna ancora parzialmente ricoperte di neve. Che bei colori riempiono gli occhi! L’azzurro intenso del cielo sereno, il bianco della neve, l’oro della molinia …
Ho potuto approfondire alcune notizie su quest’area nel libro “Guida ai sentieri delle Prealpi Biellesi ” a cura di G. Paschetto. ed. Eventi&progetti 2002.
Ecco la mappa della Baraggia, dal sito dell’Atl di Biella
Chi avesse ulteriori informazioni, può scriverle nei commenti, ringrazio fin da ora!