Mi guardo attorno e vedo tutto un susseguirsi di vette, versanti, creste… Tra il bianco della neve e il blu del cielo, sta lei, la Signora Montagna, in tutta la sua maestosità. Con ai piedi i ramponcini che mi permettono di superare la traccia di neve ghiacciata e più avanti, quando la neve si fa compatta, con le ciaspole che mi evitano di sprofondare, avanzo lungo i versanti prima ripidi poi più dolci, fino ad arrivare ad una conca incantevole.
Ho sempre amato la montagna, ma nel corso della vita per svariati motivi ho smesso di frequentarla, per poi ritornarci negli ultimi anni. All’inizio non è stato facile ricominciare, per affrontare le salite ci vuole allenamento, ed io che non ne avevo a sufficienza dovevo dosare le forze, controllare il respiro che si faceva sempre più corto, per non parlare dei battiti del cuore, sempre più accelerati.
Poi, salita dopo salita, partendo da quelle meno faticose, ho ricominciato ad affrontare i percorsi con più leggerezza, a godermi maggiormente il paesaggio.
Guardo queste distese maestose e mi sembra di ritornare a casa, avvolta da un senso di magia: è così bella questa neve, così soffice…
Ma poco dopo il rombo del motore di un elicottero riempie l’aria. E’ un elicottero del soccorso. Si avvicina sempre più, in ampi giri. Scansioniamo con gli occhi il versante ed ecco che li vediamo: ci sono persone, piccole come puntini; due agitano le braccia, una è a terra. Con una manovra ardita, l’elicottero si posa sul versante e ne scende una persona, forse un medico. Subito l’elicottero si rialza in volo, ma non si allontana. Poco dopo ritorna a posarsi sulla neve ed accoglie nel suo ventre tutte le persone.
Certo qualcuno si era ferito, dopo una caduta… e vien da pensare che oltre l’aspetto affascinante ed avvolgente, l’energia della montagna è forte e non ci mette molto a scrollarsi di dosso qualche comune mortale. Siamo così deboli al suo confronto! Possiamo non reggere la fatica, il freddo, il sole che ci scotta, la fame se finiamo le provviste; possiamo commettere imprudenze o essere vittime di disattenzioni. E Lei, la Signora Montagna, non perdona.
Non può farlo perché in questo modo ci tempra. Ricordo come da ragazza avevo imparato a stringere i denti, a continuare a camminare anche quando avrei voluto fermarmi perché sapevo che avrei potuto raggiungere la meta. E’ stata una grande maestra.
La avvicino con rispetto e la ringrazio per quello che mi offre; torno a casa con gli occhi pieni di colori ed il cuore contento.
Escursione nella valle di Champorcher effettuata col gruppo “Quota 300” di Cossato, organizzazione Gianni Cailotto.