Con quanta pazienza il gelo tesse i suoi preziosi ricami! Ogni foglia, ogni filo d’erba ne viene toccato. Come farà ad essere così preciso? Piccoli diamanti seguono il margine delle foglie del trifoglio e delle ortiche, delle felci e dei rovi. Le venature vengono evidenziate, i colori anziché scomparire si ammorbidiscono.
Ed io incantata resto ad ammirarli, anche se l’evento si ripete, anno dopo anno, inverno dopo inverno. Ne ricerco la perfezione fermandomi finché le dita si intirizziscono e devo riprendere il cammino.
Il sole col suo arrivo li esalta per un breve attimo e ne determina la condanna in pochi istanti. E così, prima di sparire lanciano il loro effimero messaggio di luce.
Mi stupisce come le foglie delle piante erbacee riescano a sopravvivere, perché non tutte seccano; molte, vicine al terreno, superano questi freddi giorni e poi riprendono la loro vita. All’erba, si sa, per continuare a crescere bastano anche solo sei gradi di temperatura.