Affascinata dallo sguardo intenso e profondo della fanciulla che mi guarda dai manifesti, entro nelle belle sale del Museo Accorsi Ometto per ammirare la mostra dedicata a Corcos. E non resto delusa. Ricercato ritrattista della ricca borghesia, egli diede il meglio di sé in alcuni dipinti esposti, come in “Sogni” in cui una ragazza, seduta su una panchina, col mento appoggiato ad una mano e le gambe accavallate in una posa inusuale per l’epoca, sembra perdersi in pensieri “che una ragazza non dovrebbe avere”, come fu detto dalla critica. Accanto a lei, oltre al parapioggia e al cappello, tre libri ad indicare l’importanza della cultura. La natura è presente con un ramo di rovo che si sviluppa sul davanzale della finestra.
Notevole ed enigmatico anche il grande dipinto “Lettura in riva al mare“: sullo sfondo del mare e del cielo, l’attenzione viene catturata dalla ragazza seduta su una grande sedia azzurra: la linea della schiena del ragazzo a destra, la direzione del suo sguardo, la schiena del ragazzo di sinistra sdraiato sul muretto ed assorto nella lettura, tutto converge verso il viso di lei che ha un libro aperto sulle ginocchia. Tutti e tre sono vestiti di bianco e i capelli raccolti della ragazza, scuri, sono un altro elemento di attrazione. Lettura, riflessione, conversazione su temi importanti, il tutto nella serenità dell’ambiente: ed il tempo sembra essersi fermato.
“Istitutrici ai Campi Elisi“, dipinto nel periodo parigino, rappresenta un momento di confidenze tra le due giovani vestite di nero, sedute su eleganti sedie in ferro battuto mentre una bimba gioca accanto a loro.
Sono rimasta affascinata dal ritratto della Bella Parigina, eterea, con lo sguardo intenso, i lunghi capelli vaporosi sui quali è appuntato un fiore di geranio, ed il leggero vestito a fiori in seta e tulle che dona un’aura di eleganza e leggerezza.
Tra i ritratti che più mi hanno toccata, quelli della moglie Emma, seria ed energica, degli amici Carducci, Mascagni e tanti altri, ripresi in una posa rilassata o concentrata.
Non manca il ritratto di Maria Josè Principessa del Piemonte: seduta, col corpo di profilo e lo sguardo fiero, esprime nobiltà nella posa, nell’elegante vestito turchese, col diadema tra i capelli curati.
Ecco infine una nutrita serie di ritratti, realizzati per compiacere le clienti, nei quali Corcos ha saputo rappresentare la moda del suo tempo con una grande attenzione ai vestiti, alle stoffe, ai ricami, ai gioielli. Qui si nota l’autocompiacimento delle signore consapevoli del loro fascino, della posizione sociale, della ricchezza, della sicurezza nel vivere in ambienti sfarzosi. Queste immagini spesso frivole sono state viste come precorritrici delle campagne pubblicitarie che avrebbero preso piede di lì a poco.
Una nota biografica: nato a Pistoia nel 1859, Corcos frequentò l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Dopo un periodo di studi a Napoli, nel 1880, appena ventunenne, si trasferì a Parigi dove ottenne un contratto di quindici anni con la Galleria d’Arte Goupil.
In quel periodo riuscì ad inserirsi nell’ambiente dell’alta borghesia e si dedicò soprattutto alla ritrattistica femminile e alle scene di vita mondana, ottenendo una notevole fama.
In questo ci fa ricordare l’altro famoso ritrattista dell’ epoca, Giovanni Boldrini, che fu suo amico.
Tornato in Italia, si stabilì a Firenze e sposò Emma Rotigliano, donna molto colta che lo introdusse nell’alta società fiorentina. Continuò così la sua attività di ritrattista molto ricercato. Tra la sua clientela, nobili dame, belle fanciulle, personaggi illustri.
Frequentarono insieme i salotti più esclusivi, in cui il pittore venne a contatto con personalità come Pascoli, Carducci, Mascagni; pure lo stesso salotto di casa Corcos divenne punto frequentatissimo di incontri.
Oltre che pittore, fu anche scrittore ed animatore culturale oltre che illustratore di libri e riviste fino alla sua morte, avvenuta nel 1933.
La visita alla mostra ci permette di entrare nelle sale riccamente arredate di uno dei Musei più raffinati. Venne istituito per volere testamentario dell’antiquario Pietro Accorsi e realizzato dal suo segretario Giulio Ometto nel 1999. Conserva una ricca raccolta di mobili, ceramiche, argenti, ceramiche e sculture.
Per approfondire: Museo di arti decorative Accorsi-Ometto, via Po 55, Torino.
La mostra resterà aperta fino al 6 febbraio 2020