La ricordo già nei vasi coltivati da mia madre: la chiamava pianta di vetro per la fragilità e la trasparenza dei rami.
Quest’anno ho cercato di abbellire un angolo trascurato del giardino, ai lati di un camminamento. L’esposizione è a mezz’ombra, anche se starebbe meglio in piena ombra. Il sole e il calore infatti la fanno appassire; basta però un’abbondante innaffiatura serale o di prima mattina per farla ravvivare. Ha bisogno di poco in effetti: terreno soffice, quotidiane innaffiature e una concimazione regolare per donarci una fioritura continua, direi quasi ineguagliabile, dalla primavera ai primi geli.
L’ho abbinata ad alcune piante di hosta e ad un’aspidistra che fanno da sfondo con le loro belle foglie grandi e decorative alla varietà di colore delle altre: bianco, rosa, fucsia, violetto…
Crescono bene all’ombra di un acero giapponese che le protegge dai raggi del sole e dalla pioggia se cade piuttosto intensa.
Non so se avrò la fortuna di vedere spuntare nuove piante da seme in primavera; in effetti ne produce molti, che scappano via velocemente dalle capsule che li contengono non appena sono maturi. Bisognerebbe raccoglierli e seminarli, ma lascio fare alla natura, sempre che non vengano raccolti tutti dalle formiche! Del resto, per fortuna, in primavera se ne possono acquistare a poco prezzo diverse piantine già pronte da mettere a dimora.
Sono piante perenni nel loro ambiente, purtroppo non resistono al nostro freddo invernale e sono destinate a morire ai primi geli.
Si riproducono facilmente anche per talea; mi è capitato a volte di raccoglierne qualche rametto da disporre in un piccolo vaso con l’acqua e di accorgermi dopo qualche giorno che i fusticini avevano messo radici. A quel punto, basta interrarli in un vasetto, avendo cura di lasciarle all’ombra e di tenere la terra umida finché si irrobustiscono.
È stato facile coltivarle ed è bello poter vedere come illuminano di colori un angolo intimo e nascosto del giardino fino all’autunno avanzato.