Compie ottocento anni l’Abbazia di Sant’Andrea di Vercelli. Fu costruita in soli otto anni, un tempo veramente breve per l’epoca, dal 1219 al 1227. E’ considerata uno dei primi esempi di architettura gotica in Italia, pur portando ancora elementi romanici.
Fu costruita per volere del cardinale Bicchieri che ebbe grande influenza sullo sviluppo religioso, urbanistico, sociale di Vercelli. Nello stesso periodo infatti si iniziò anche la costruzione dell’omonimo ospedale e dell’Università, la prima dell’Italia del nord-ovest. Fu proprio lui a portare dalla Francia questo nuovo stile architettonico.
All’interno, le alte navate sono scandite da costoloni rossi che si incrociano nelle volte creando una decorazione sobria e lineare.
Non ci sono decorazioni che possano disturbare la concentrazione e la preghiera, secondo le esigenze dell’ordine abbaziale. Si notano soltanto piccoli particolari decorativi dove meno ci si aspetta, come strane figure a forma di polpi appoggiate alla base delle colonne, un uomo che ride su un capitello, il dipinto di una testa con tre volti…
Interessante la tomba del primo abate, Tommaso, degna di un re. Egli viene raffigurato mentre insegna; tra i suoi discepoli si riconoscono simboli di ordini monacali diversi, significando quindi l’unità e la trasversalità degli stessi.
Bello ed armonico il chiostro con le sottili colonne a gruppi di quattro, o di cinque negli angoli.
La salvia splendens fa da contrasto con l’erba verde; al centro, l’immancabile pozzo.
Proprio qui, sul muretto del chiostro, si vede incisa una piccola meridiana ad ore italiche. Essa segna le ore che mancano al tramonto, a differenza di altre meridiane, di origine francese, che segnano invece l’ora del giorno. E’ una meridiana adatta alle persone che lavorano nei campi o ai monaci che svolgono attività all’aperto e che quindi devono sfruttare al meglio le ore solari.
Non si conosce il nome dell’architetto di questa grande opera, del resto all’epoca era considerato poco più di un operaio. Si possono però notare, nelle pareti, alcune pietre di costruzione che hanno incisa una sigla; gli scalpellini infatti erano pagati solo dopo che ne scolpivano un certo numero, raggiunto il quale segnavano la pietra e riscuotevano la paga.
Anticamente, il complesso era circondato da mura e altri edifici, tra cui una chiesa, ora scomparsi.
Facendo un giro all’esterno ci si può rendere conto delle fragilità attuali di un edificio maestoso che ha sfidato otto secoli. Sono ben visibili diverse crepe; un intervento di consolidamento della facciata effettuato intorno al 1930 ha gettato tonnellate di cemento armato che grava sul tetto; gli archi rampanti sono stati riempiti con altro cemento per fortificarli. Inoltre sotto il prato che circonda la chiesa c’è un’ampia e profonda cisterna che viene riempita per l’allagamento delle risaie che ha creato problemi di staticità.
Ora è in parte monitorata, ma le numerose segnalazioni e richieste di interventi non hanno avuto riscontro.
Mi auguro che le numerose iniziative che celebrano questa importante ricorrenza portino l’attenzione verso questa importante costruzione, simbolo di una città, e si possa procedere ad un attento restauro.
Ciao! Non sono riuscito a trovare la meridiana nel chiostro di Sant’Andrea! Immagino sia piccola e non vorrei fosse stata coperta da qualche vaso o decorazione. Grazie e Buona giornata
In effetti non è facile da trovare, è di piccole dimensioni. Occorre scorrere con attenzione il muretto del chiostro. A distanza di tempo non ricordo esattamente in quale punto è stato inciso, ma con un po’ di pazienza lo si trova. Buona fortuna!