Li ho incontrati in una fredda giornata d’inverno di qualche anno fa, così belli e fieri da sembrare in posa.
Ero salita a Rima, un piccolo paese dell’alta Valsesia, per soddisfare due desideri: pestare la neve e gustare un piatto tipico della zona.
Ho trovato la neve, quella vera, bianchissima e soffice: da farci le capriole, da tirarci le palle di neve, da farci tornare bambini insomma. Tutto perfetto, anche il paese con le sue case da fiaba, dall’architettura tipica di montagna, alcune di origine Walser, perfettamente conservate.
E poi loro, i gatti. Belli, sani, dalla pelliccia folta, dallo sguardo attento. Alcuni tigrati, altri rossicci, soriani tutti. Riparati l’uno vicino all’altro sul davanzale di una finestra, a catturare quel po’ di calore che ne filtrava.
Qualcuno se ne andava in giro, noncurante della neve che raffreddava le zampe e inzuppava il mantello. Padrone del suo territorio, del suo tempo. Sicuro delle sue forze.
Rima però è una realtà difficile: situata oltre i 1400 metri slm, conta solo su circa 60 abitanti, di cui solo poco meno di una ventina vi trascorre tutto l’anno. Troppo dura la vita di montagna, troppo lontani dal lavoro, dal resto del mondo! Anche i turisti ci vengono soprattutto d’estate, alla ricerca di un po’ di frescura e per fare escursioni. La titolare della trattoria “Il grillo brillo”, che curava la colonia felina, ha chiuso l’attività e si è trasferita abbandonando necessariamente i suoi protetti.
Che ne sarà stato di loro? Sono passati due anni. So che varie associazioni se ne sono occupate trovando altre sistemazioni. Spero per loro che non abbiano dovuto allontanarsi troppo, i gatti si affezionano al territorio. Sanno sfidare il freddo col loro mantello invernale, possono trovare ricovero in una stalla abbandonata o in un fienile e sanno anche cacciare per sopravvivere. Ma l’inverno è lungo e non sempre è facile riempirsi il pancino senza un aiuto, soprattutto se si è stati abituati ad averlo per anni.
Auguro loro buona fortuna: se la meritano! Sarebbe anche bello che paesi così particolari non finissero nell’abbandono. Amo la Valsesia per i numerosi ricordi di piacevoli esperienze che vi ho vissuto e ci ritorno sempre con piacere.
Per concludere: abbiamo gustato le miacce: cialde morbide, sottili, ottenute da un impasto di farina, latte e uova cotte sul fuoco tra due tipici ferri e poi imbottite con ingredienti dolci o salati. Una vera bontà. A volte le acquisto da produttori locali e le riscaldo nel forno, dopo averle farcite: non è proprio la stessa cosa, ma si avvicina molto!
MA QUANTI GATTI !!!!!!!!!!!!!!!!!!!
SONO TENERISSIMI, AVREI VOGLIA DI COCCOLARLI TUTTI DAL PRIMO ALL’ ULTIMO.
Sono davvero bellissimi, spero che abbiano trovato tutti una casa. L’inverno è triste e freddo per i randagi…
Garfield, uno dei 22 gatti di Rima che hanno trovato casa, di colore rosso striato ed identico al noto personaggio dei fumetti, da un anno abita con me, le mie figlie e l’altro nostro gatto a Grignasco. Mangia (sempre) dorme nel lettone al caldo, gioca e fa le fusa.
Abituato a scorrazzare all’aperto spesso si dà alla fuga ma non si allontana mai da casa.
L’ultima volta, il furbetto, era appallottolato sul tetto dell’auto del mio vicino, dopo aver dormito la notte all’aperto, e la volta precedente stava sulle cassette della posta a dare il benvenuto ai condomini.
Forse ne sono rimasti ancora 4 o 5 da adottare, uno più bello dell’altro…
Ma che bello sapere che quasi tutti hanno trovato casa! Grazie mille per avermelo scritto. Sono davvero dei bei gatti, sicuramente forti e resistenti per essere vissuti in montagna, a metà forse tra l’essere selvatici e l’essere socievoli. E’ un peccato che certe realtà dei piccoli paesi siano destinate a scomparire… Lunga vita al suo gattone, ne ho uno anch’io!