E viene il tempo in cui matura l’uva fragola. Il profumo dei suoi grappoli appena raccolti riempie la cucina. E’ proprio questo profumo, dal sentore di fragola, che le dà il nome.
Per le sue origini americane, viene anche chiamata “uva americana”. Facile da coltivare, molto resistente ai parassiti, fruttifica anche quando a curarla sono mani non troppo esperte. La ricordo negli orti dei nonni , appoggiata ad una spalliera di legno. Era bella e fresca la sua ombra!
Gli acini sono piccoli, sodi, di un viola quasi nero, coperti da una patina opaca.
In Italia non è possibile certificarne il vino viste le origini americane, ma ricordo che i nonni veneti avevano sempre un bottiglione di “Clinton”, un vinello leggero ormai introvabile, molto profumato, che lasciava la lingua nera, prodotto con i frutti di quest’uva.
Più tardi ho trovato in commercio il “fragolino”, un nettare molto simile come gusto che mi avevano detto prodotto con uva americana. Non so dire quanto mi piacerebbe trovarne ancora!
Quasi tutti gli anni non rinuncio al piacere di preparare la marmellata.
Si sgranano gli acini, controllando che siano sani, poi si mettono a cuocere per una ventina di minuti o poco più. Si passano quindi al passaverdura per eliminare i semi e le bucce. Per ogni chilogrammo di frutta, aggiungo tre etti circa di zucchero. Di solito aggiungo anche una mela a pezzi piccolissimi, che aiuta ad addensare prima.
Proseguo la cottura fino a raggiungere la consistenza desiderata, poi verso nei vasetti sterilizzati. Sarà ottima per le colazioni invernali o per farcire una crostata.
Un’altra ricetta che mi ricorda una zia è quella del budino d’uva, che lei chiamava “sugoli”. Si cuoce per poco tempo un chilo di acini d’uva fragola, si passano al passaverdura e si aggiunge il liquido a 60-70 grammi di farina bianca e un etto di zucchero, mescolando bene affinché non si formino grumi. Quando il budino ha raggiunto la giusta consistenza, lo si versa negli stampini e si lascia raffreddare. E’ una deliziosa merenda che mi ricorda la mia infanzia. E’ la stagione giusta: occorre assaggiarlo! 🙂