Come sono belli i muretti a secco, con le loro pietre ben appoggiate le une sulle altre da mani esperte.
Sostengono il terreno, segnano confini senza offendere la vista come invece fanno le colate di cemento.
E dopo poco tempo cominciano ad ospitare piantine di tante varietà che li rendono ancora più interessanti. Basta così poco a queste piantine per vivere! Un po’ di terra che si infila tra le pietre, qualche seme portato dal vento, poca acqua che filtra dal terreno vicino… La ricchezza delle varietà e delle fioriture stupisce: queste sono quelle che sono riuscita a fotografare in una sola passeggiata, su una strada soleggiata, ma ce ne sono molte altre!
Ecco l’ederina dei muri o erba piattella (Cymbalaria muralis) con le sue belle foglioline lucide lobate e i fiorellini lilla.
Il ginestrino (Lotus corniculatus) fa ricadere sul muretto i suoi rametti che portano alle estremità i mazzetti di fiori gialli.
Il vilucchio (convolvulus arvensis) striscia leggero e apre le corolle bianche, striate di rosa.
C’è poi qualche varietà di sedum, minuscola pianta grassa a fioritura bianco-rosa o gialla, le cui foglie sembrano delle roselline dai petali spessi.
La veronica apre le sue effimere corolle di un azzurro intenso, fiorellini chiamati anche “occhi della Madonna”.
Ed ecco la tenera ma indistruttibile acetosella. Le sue foglie sono composte da tre foglioline a forma di cuore; i suoi fiori sono formati da cinque petali di un bel giallo intenso.
Ci sono poi le minuscole felci, tra cui l’erba rugginina (asplenium trichomanes) e la ruta muraria (asplenium ruta-muraria)
La bellezza e la varietà di queste piantine suggeriscono di utilizzare quando possibile muretti a secco anche nei giardini; saranno più ricchi di fiori se esposti al sole, più ricchi di piccole felci e muschi se all’ombra, ma sempre paesaggisticamente interessanti.
Cara maestra Daniela la flora spontanea è strana.
Vorrei sapere come un fiore riesce a spuntare nei posti più impensabili.
La natura stupisce sempre anche me! Basta un piccolo seme portato dal vento, un angolino riparato, pochi granelli di terra e due gocce d’acqua e dal seme nasce la piantina. Poi le radici si danno da fare per andare a cercare, tra le rocce, quel poco di nutrimento che occorre… e il miracolo è fatto!