Ed ecco, una mattina apri le finestre, ti affacci a guardare il giardino, poi alzi lo sguardo verso il bosco e una luce nuova ti colpisce.
Mi stupisce tutti gli anni: dopo mesi di alberi spogli, e non ne potevamo più, arrivano le foglie nuove, prima quelle di alcuni arbusti, poi dei primi alberelli… ma gli alberi alti, le querce, i castagni, i platani, si fanno aspettare e sembra che si diano appuntamento per preparare tutto in una certa notte e stupirti all’improvviso una mattina, verso la fine di aprile.
Da questo momento tutto cambia: non vince più la predominanza del marrone, dei rami che sembrano morti, delle foglie secche a terra. Ora vince il verde, nelle sue mille sfumature, con tonalità delicate che ne fanno ammirare la fragilità. E si sente aria di nuovo, di vita che riprende, di energia che si rinnova.
Mi viene voglia di addentrarmi nel bosco per ammirare lo spettacolo del sole che si riflette sulle foglie; hai visto quanto sono traslucide? Le venature sembrano fatte di luce, le lamine sono perfette, i margini pure. Non hanno ancora fatto in tempo gli insetti a roderle, né i vari parassiti a macchiarle. Colpiscono nell’insieme la perfezione, la delicatezza, la fragilità e nello stesso tempo la forza.
Intanto, nel sottobosco le fioriture precoci di cui abbiamo già parlato hanno finito il loro ruolo e lasciano posto ai frutti che poi cadranno per dare vita a nuove piante. Nel silenzio, nuovi stoloni allargheranno il tappeto di viole e di anemoni. E la Terra delle Fate si arricchirà di essenze.