Botero a Verona

Che dire della mostra di Botero a Verona?
Mi ha stupita. Non ci sarei andata apposta, se non fosse perché a Verona mi ci sono trovata. Le sue figure esagerate, espanse fino ad occupare il più delle volte l’intero spazio sulla tela non mi avevano mai affascinata più di tanto.
La mostra mi ha permesso invece di conoscere meglio l’artista e il suo linguaggio.
I nudi, innanzitutto. Le figure sono permeate di dolcezza, di morbidezza nelle forme espanse. Sensuali eppure innocenti. Come dice l’autore, “L’obiettivo del mio stile è esaltare i volumi, non solo perché questo amplia l’area in cui posso applicare il colore, ma perché trasmette la sensualità, l’esuberanza, la profusione della forma che sto cercando.”

  

Ed ecco i colori, vivaci, decisi: anche questi dipendono dalle origini colombiane dell’artista, come dice lui stesso: “Sono profondamente legato alla mia terra. Le esperienze personali che ho vissuto in Sudamerica e che hanno caratterizzato la mia giovinezza si ritrovano nella maggior parte dei miei lavori. L’anima latino-americana permea tutta la mia arte.”
I visi mi hanno colpita, visi in genere quasi inespressivi, con i piccoli occhi porcini fissi a guardare un punto imprecisato davanti a sé, persi nel vuoto, le bocche piccole, mai un accenno di sorriso. Così i personaggi affrontano sia i grandi drammi della vita (come l’attesa di un partner che non tornerà più), sia momenti che dovrebbero essere di gioia. Anche i personaggi politici sono rappresentati senza un’opinione di parte, anzi a volte in modo un po’ dissacrante.

Si susseguono rappresentazioni del circo, ambiente cui fu molto legato, o  della corrida, ma anche scene di vita domestica, in ambienti piccoli e sovraffollati, dove anche i gatti sono in sovrappeso.

“La grandezza delle figure e degli elementi che compongono i miei quadri non segue le regole della prospettiva, ma mi serve semplicemente per creare un’armonia generale”

Allo stesso modo vengono rappresentate le nature morte, con frutti e verdure dilatati a riempire lo spazio.

Ma cosa mi ha veramente stupita è stata la rappresentazione delle sante: donne, veramente donne, sensuali, magari con un seno scoperto, vestite in modo elegante, con gioielli e belle acconciature, con l’aureola sulla testa … Santa Barbara, Santa Casilda, la Madonna col Bambino… Nulla a che vedere con la nostra iconografia che vuole le Sante morigerate, avvolte in mantelli e gonne lunghe, prive di ogni apparenza  sensuale.

    

Un mondo che stupisce, quello di Botero, che affascina, che coinvolge; sono dipinti figurativi, ma non realisti; le sue figure si riferiscono alla realtà, ma non la rappresentano.

L’artista ha ora ottantacinque anni e appare, dalle foto dell’inaugurazione, in perfetta forma, vitale, energico … un artista che ha saputo fare marketing della sua arte, con gadget venduti in tutto il mondo.

(Verona, Palazzo Forti, 21 ottobre 2017/25 febbraio 2018)

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