Gli impressionisti e la neve

Sta nevicando, in questi giorni, e mi affascina questo nuovo paesaggio.
Mi piace viaggiare sulla strada imbiancata, con ai lati i rami degli alberi che si incurvano sotto la neve.
E’ un avvenimento straordinario qui, nella bassa collina biellese.

Un avvenimento che affascina i bambini e pochi poeti, mentre per i più è solo fastidio e disagio.

Provo sensazioni differenti, a seconda del momento e della luce.

Col sole la neve è mille sfaccettature di luce, è manciate di brillantini buttati sul prato da Fata Inverno, è ricordi di giochi, di slitte, di pupazzi di neve, di sciate spensierate.

Col cielo grigio è freddo, tristezza, sensazione di povertà; oppure meditazione e raccoglimento, desiderio di intimità accanto al fuoco.

Mille altre cose è la neve…

Ricordo la mostra “Gli Impressionisti e la neve” tenutasi alla Promotrice a Torino dal 27 novembre 2004 al 25 aprile 2005 (sono già dieci anni fa!). Mi aveva toccato molto, in particolare la sezione dedicata ai pittori al di fuori della Francia.

Se per noi esistono poche definizioni di neve, per chi vive in zone coperte di gelo per gran parte dell’anno la neve è una realtà quasi quotidiana. Ed ecco allora la profondità, la varietà, l’incanto ma anche la drammaticità dei paesaggi.

In un’altra sezione, quella dedicata agli impressionisti francesi, è pienamente valorizzata la trama del colore della neve: non è solo bianca, è tutti i colori della tavolozza sapientemente mescolati. La natura da quel periodo è diventata personaggio centrale dei dipinti, vera luce del mondo, non più solo scenografia.

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